Qual’è l’importanza della gratitudine?

Cos’è la gratitudine?

Dio è il nostro creatore e ci ha dato tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella vita, inclusa la nostra vita stessa. Ogni mattina ci svegliamo ed abbiamo l’opportunità di vivere un altro giorno della nostra vita per merito della Sua Grazia. La vita sulla Terra è preziosa poiché è l’unica regione dell’esistenza dove possiamo fare pratica spirituale per raggiungere l’obiettivo ultimo della vita. Quando qualcuno compie un gesto gentile per noi, avvertiamo una sensazione di gratitudine. Tuttavia la maggior parte di noi non è abituata ad esprimere gratitudine a Dio per tutte le cose che ci ha dato. Esprimere gratitudine a Dio per tutte le cose che fa per noi è parte della pratica spirituale. La capacità di vivere in questa sensazione di gratitudine è una parte importante e intrinseca del cammino spirituale del cercatore.

In realtà, molte persone accettano il fatto che Dio sia il loro Creatore, ma non avvertono la necessità di esprimere ad Esso gratitudine. Ciò avviene soprattutto perché coloro pensano che tutte le cose che accadono nella loro vita o almeno la maggior parte delle cose terrene della loro vita – buone o cattive, accadano grazie alla loro volontà. È solo in situazioni rare, come ad esempio dopo aver pregato intensamente per un bambino affetto da un male incurabile, nel momento in cui avviene la guarigione  miracolosa che pensiamo di dover rendere grazie a Dio. Tuttavia anche qui il ricordo di essere stati aiutati da Dio in modo così palese è di breve durata e con il passare del tempo la persona torna ai vecchi schemi di pensiero fin quando un altro grande problema si affaccia nella sua esistenza, solo allora egli comincia a pregare nuovamente chiedendo l’intervento divino.

Ad un livello spirituale basso e nei periodi correnti, in media il 65% degli accadimenti che avvengono nella nostra vita sono dovuti al destino (karmico) e il 35% al nostro libero arbitrio. Quando ci evolviamo spiritualmente, iniziamo ad avvertire la presenza di Dio nella nostra vita. E proprio quando iniziamo a percepire la Sua presenza nella nostra vita, inziamo a vivere anche la Sua grazia e sentiamo che tutto ciò che ci accade e’ secondo il Suo volere. Solo oltre al livello spirituale del 60% si comincia ad apprezzare e sperimentare questo fatto. Insieme all’esperienza arriva anche la gratitudine nel vero senso spirituale della parola.

Un cercatore è un vero studente della Scienza della Spiritualità e sviluppa un approccio all’apprendimento in tutte le situazioni, buone o cattive. Dalle situazioni e dai vari problemi della vita egli inizia ad apprendere come correggere i propri difetti ed accrescere le qualità. In questo modo capsice su cosa lavorare per liberarsi dai difetti di personalità ed ha una maggiore comprensione / consapevolezza delle sue qualità. In tutte le situazioni della vita egli coglie un’avvisaglia per migliorare sé stesso, non solo rafforzando le qualità ma sostituendo i propri difetti di personalità con nuove qualità. Percepisce che Dio sta aiutando a raggiungerlo in tutte le situazioni della vita, buone o cattive. Di conseguenza prova gratitudine verso Dio in tutte le situazioni che avvengono, buone o cattive, avvertendone la Sua mano spirituale che genera situazioni ed avvenimenti per dargli la possibilità di apprenderne i contenuti spirituali.

Nella maggior parte dei casi questa gratitudine è rivolta alla propria guida spirituale o al Guru. Fare riferimento all’articolo su chi è un Guru e come Egli guida il cercatore.

Per crescere spiritualmente un cercatore deve poter sublimare le proprie emozioni (sia positive che negative) nelle quali un non-cercatore rimane immerso, e sviluppare l’emozione spirituale (bhāv), avvertendo la presenza di Dio ovunque. La gratitudine aiuta ad aumentare l’emozione spirituale.

Gratitudine superficiale ed emozione spirituale di gratitudine

La gratitudine espressa solo a parole è gratitudine superficiale. Nelle fasi iniziali della pratica spirituale, si deve fare un grande sforzo solo per pensare alle parole adatte ad esprimere gratitudine a Dio. Tuttavia, per il nostro progresso spirituale, è importante che ci sforziamo sempre di sviluppare un’attitudine di gratitudine a Dio.

In questa fase iniziale, la gratitudine arriva dal cuore soprattutto nelle occasioni in cui possiamo vedere chiaramente l’intervento divino nella nostra vita. Questo può essere il caso di una persona cara che risulta miracolosamente curata dopo che i medici abbiano abbandonato ogni speranza, o un problema di lunga data che improvvisamente si allevia dopo aver pregato intensamente. In quasi tutti gli altri casi, proviamo gratitudine per i vari aspetti della nostra vita e per la nostra vita stessa ad un livello superficiale o intellettivo.

Immergendoci sempre più nella pratica spirituale, apriamo un mondo finora velato. Otteniamo delle esperienze spirituali che altro non sono che il modo con cui Dio comunica con noi. Avvengono innumerevoli  coincidenze piacevoli nelle nostre vite, anche piccole, attraverso cui sentiamo innegabilmente la guida della mano di Dio. La gratitudine comincia a crescere anche per gli eventi più piccoli della nostra vita e per il costante aiuto ed incoraggiamento divino che riceviamo nella nostra pratica spirituale. Quando avvertiamo gratitudine e la esprimiamo ripetutamente per tutto il corso della giornata, sviluppiamo progressivamente l’emozione spirituale della gratitudine. Qui, come spiegato in precedenza, avviene una continua realizzazione che durante, prima e dopo l’azione “tutto avviene secondo il desiderio di Dio, Egli è il fautore di tutto”. Dunque la gratitudine sorge in continuazione e si formula automaticamente in pensieri sinceri. In questo stato, la gratitudine è sempre presente e si riflette in ogni azione, movimento e pensiero.

Questa fase più elevata dell’evoluzione spirituale avviene quando l’ego si riduce ed una volta raggiunto questo stato, l’ego rimane basso.

In realtà l’emozione spirituale di gratitudine viene attivata dalla grazia del Guru e perciò rimane costante.

Qual è l’importanza della gratitudine?

Un cercatore inizia esprimendo a fatica la gratitudine. Tuttavia, durante un periodo di tempo in cui questa viene espressa ripetutamente ed attraverso la crescita spirituale, egli sviluppa l’emozione spirituale di gratitudine. Una volta raggiunto questo stato, ci si rende costantemente conto che “Dio è il fautore, io non sono nessuno”, ed il proprio  ego sottile comincia a ridursi. Si inizia ad apprezzare il fatto di avere dei limiti e delle capacità ridotte. Quindi in ogni situazione difficile ci si arrende a Dio e poi si compiono le azioni. Questo processo si chiama “arrendersi a Dio”. Quando si inizia ad abbandonarsi a Dio non solo nelle situazioni difficili, ma anche in piccoli incidenti della vita quotidiana, aumenta in noi l’emozione spirituale di resa. Dio adempie prontamente alle preghiere fatte con emozione spirituale come “Dio, per favore, prenditi cura della mia crescita spirituale, per favore dimmi quale dovrebbe essere il mio prossimo passo, Tu solo sei la mia guida”. Un cercatore che ha un’emozione spirituale di gratitudine e di resa è sempre vicino a Dio. Dio offre ad un cercatore tutto ciò di cui ha bisogno, esperienze spirituali, conoscenza e guida, senza che ciò venga chiesto.